Sunday, January 23, 2011

Alright Meg, Lets Take Alook At That Bergina

MASSENZIO ART: THE SIGN AND THE WORD Varesano

FRANCESCO VARESE

THE SIGN AND THE WORD


from 27 January to 5 February 2011

Opening: Thursday, January 27 at 18.00

MASSENZIO ART

via del Commercio, 12 Rome

Connections: Metro B Piramide


FRANCESCO VARESE The exhibition is part of a project of Maxentius XIII Arts Award in recognition of First place


"... what is unspeakable and invisible in the final results of the symbol and the known forms, this is an artist who produces it and a City: Varese is an artist and a communicator, and what art, if not communication? "(Alessandro D'Ercole)

Art Director: Alessandro D'Ercole

Organization: Maxentius Arts

Press Office: Maxentius Arts Association - Association Meetings and Events

Info: massenzioarte@yahoo.it - Tel 0683086162-3289232342

Visiting hours: 17-20 hours from Monday to Saturday, excluding holidays Admission free






The sign and the word

Umberto Eco when he created his own personal semiotics, playing between linguistics and semiotics traditional distinguishing syllables and words in a continuous chain of references and referrals, an artistic creation that does not kill the semantics, as some would have us believe, but by enriching it with a value added content. Those contents are not relevant scientific "tout court", but kept to a completion of the emotion tied to the word.

The language does not exist in this dimension, because the word is not a direct means of communication, rather it is the intention of the writer artist who makes the communication.

Similarly, I would say, with a result which is immediately obvious through the emotion facevo riferimento, Francesco Varesano disegna e frantuma parole, concetti , frammenti di frasi, e costruisce opere che a mio avviso hanno tutte lo stesso sottotitolo o almeno lo stesso messaggio: Babele, ovvero la confusione dei linguaggi e l'impossibilità di comunicare attraverso la parola.

Francesco assume, così,  che la parola non è sufficiente per rendere appieno quel che si vorrebbe dire e che non si può colorare e chiarire una frase se non attraverso una emozione.

I titoli delle sue opere sono da soli una dichiarazione d'intenti ed un palinsesto completo. "Prologo- epilogo", " quello che non so dire", "precarietà del dialogo, e soprattutto "R-esistere" e "in silenzio".Si vede bene come ogni titolo contenga il sovraesposto concetto  già totalmente espresso, e comunque trasformato, arricchito di un ulteriore elemento di decifrazione. La mano dell'artista, il suo lavorare la materia come se fosse dialogo con il  soggetto osservante, completa e rende vera, genuina, la comunicazione.

Ricordo la spiegazione che Filiberto Menna dava circa la installazione di J. Kosuth, dal titolo"una e tre sedie. L'installazione era costituita da una sedia vera, unita alla quale vi era un disegno della sedia stessa, e la parola sedia. Secondo il Menna la ragion d'essere dell'opera andava cercata in una comunicazione; l'artista  intendeva  avvertire che la parola che identifica l'oggetto non si fonda su di una relazione  immediata tra l'immagine, il segno che l'identifica e l'oggetto stesso, ma su un insieme di modifiche che il segno assume in segno analogo o  se vogliamo allegorico o simbolico. E' lo stesso procedimento logico di Magritte, che disegnava una cosa ed avvertiva contemporaneamente che  quell'immagine non rappresentava la cosa in sé, ma una semplice informazione data all'osservatore.

Il procedimento di Francesco Varesano è a mio avviso identico.  Francesco vuole superare l'accettazione imposta della parola, e ribadire attraverso una serie di lettere e vocaboli, lingue diverse, lettere anche sconosciute all'osservatore, che in ogni cultura i valori possono variare, stando alle parole ed alle frasi fatte; ma in realtà nella struttura intima delle stesse, che l'opera richiama e traduce, esiste in quei valori appartenenti a genti e culture diverse una convergenza e validità universale.  Questo concetto è perfettamente reso dall'opera " in silenzio", che parla e dichiara, come nessuna frase o concetto verbalmente espresso potrebbe dichiarare, l'identità di un common feeling. And 'know that the silence screams than any sound. And I am convinced that Francis works in silence, only the rich in his feelings and his world of dreams and fantasy. With the precision and skill of those who love transpose into matter, and that the tradition of Ettore Colla speak with heart and hands, before his voice, this artist has always followed its own path, without getting lost in ways more comfortable and without conceding anything to excess. There is nothing redundant in the works of Varese: everything has a why and a logical consequence, with the consequential job to another. His gouaches of 1992 yet, and even more so, given the preparatory aspects del percorso artistico, perfettamente riconoscibili e vincolati a quelli della più recente ricerca. E questo elemento di valutazione è importante per sostenere  la validità di un  tale percorso. 

Se per Schelling e per Heidegger l'artista  è un vate, attraverso il quale  ciò che è impronunciabile ed invisibile si traduce nel finito del simbolo e delle forme note, si può dire che Varesano è un artista ed un comunicatore: e cos'è l'arte, se non comunicazione?   

  Alessandro D'Ercole                                                                         

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